mercoledì 6 febbraio 2008

I (libri) sommersi salvati da Internet?

Vi segnalo sul blog Letteratitudine una discussione simile a quella che avevo impostato qui।
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/01/30/il-potere-libresco-e-salvifico-del-web/
Loro discutono del potere "salvifico" di Internet per salvare i libri che io definivo sommersi। Ovvero, quelli destinati al macero già nel momento della stampa: autori sconosciuti e con scarsa penetrazione nel territorio, argomenti di nicchia etc.
Potere salvifico dovuto alla capacità di pubblicizzare titoli e anche di farli arrivare sul mercato meglio della libreria।
Chi ha provato a pubblicare un libro e a venderlo su Internet magari si pronunci sull'argomento।
Io vorrei solo aggiungere una piccola osservazione da libraio।
E' vero che Internet può farci accedere ad un numero di informazioni molto vaste, sicuramente più vaste di quelle che ha nella testa un libraio (con tutta la buona volontà....)
E quindi, a volte, accedere anche a titoli che il libraio non ha mai sentito nominare।
Ma è anche vero che Internet e i blog creano a volte "fenomeni" di vendita di cui avremmo fatto volentieri a meno (penso a Pornoromantica, o qualche anno fa, al fenomeno Selvaggia Lucarelli)।
Cose che il libraio si vergognerebbe, quanto meno, di segnalare। E non certo per perbenismo!
Voglio dire: il passaparola, fisico o via web, benvenga। Ma il critico letterario, come molto umilmente il libraio, si sforza anche di fare una selezione tra i titoli secondo criteri (personalissimi) di ricerca della qualità.

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