Ho letto con un po' di ritardo il libro di Andrej Longo.
Lo descrivo brevemente per chi non lo conoscesse. Si tratta di dieci racconti intitolati ai dieci comandamenti.Ognuno racconta una storia ambientata a Napoli che, in vario modo, dal comandamento corrispondente prende spunto e significato .
Ovviamente alcuni rimangono più impressi nella mente, ma il livello della narrazione è sempre ottimo e serrato. Ad esempio, il quarto, "Onora il padre e la madre", in cui un ragazzino di 13 anni soffoca la madre malata e dilaniata dalle sofferenze perchè "accussì non si può andare avanti". Oppure il settimo, Non rubare, in cui un anziano viene derubato della pensione e mandato in com. Ma quando si risveglia e torna alla sua vita, non ha paura, non abbassa lo sguarda davanti al suo scippatore, che per la prima volta si trova di fronte ad una categoria terza di uomini, oltre ai deboli e ai prepotenti, le uniche due che conosceva.
Oppure l'ottavo, "Non dire falsa testimonianza": un uomo, tornando dall'Afganistan dopo un paio d'anni di missione di pace, continua a sostenere con un suo amico che Napoli, durante la sua assenza, è peggiorata। L'amico continuerà per tutta la sera a dire che è sempre stato così, non è cambiato nulla, fino a vedere l'altro perdere la vita, salvata nella guerra, nel disperato tentativo di difendere la propria automobile da un furto.
Al di là del paradosso, il significato dei racconti è anche morale. Ogni comandamento è collegato ad un peccato della città e dei suoi abitanti. Nell'ottavo è più evidente. Il peccato di Napoli, in questo caso, è quello di negare i problemi e far finta che si sia stati sempre così male. In altri casi, la condanna morale lascia un filo di speranza per il futuro.
Sorvolo sulle considerazioni sull'enorme numero di libri su /di /per Napoli usciti dopo Gomorra e sulle osservazioni che si potrebbero fare sulla casa editrice che lanciando l'autore ha sottolineato più volte che di professione facesse il pizzaiolo (tacendo una laurea al DAMS, diversi lavori come autore radiofonico, precedenti romanzi all'attivo e non ultimo, un padre che l'ha chiamato come uno dei protagonisti di Guerra e Pace).
Napoli in questo momento ha tutti gli occhi puntati addosso. Napoli incuriosisce tutti. E non è proprio il caso di continuare a fare delle persone delle macchiette e delle situazioni degli spunti pittoreschi। Ma Napoli è sempre stata lì e sempre lì sarà.
Anche quando riprenderanno a raccogliere i rifiuti decentemente e Roberto Saviano sarà un quieto padre di famiglia.
Lo descrivo brevemente per chi non lo conoscesse. Si tratta di dieci racconti intitolati ai dieci comandamenti.Ognuno racconta una storia ambientata a Napoli che, in vario modo, dal comandamento corrispondente prende spunto e significato .
Ovviamente alcuni rimangono più impressi nella mente, ma il livello della narrazione è sempre ottimo e serrato. Ad esempio, il quarto, "Onora il padre e la madre", in cui un ragazzino di 13 anni soffoca la madre malata e dilaniata dalle sofferenze perchè "accussì non si può andare avanti". Oppure il settimo, Non rubare, in cui un anziano viene derubato della pensione e mandato in com. Ma quando si risveglia e torna alla sua vita, non ha paura, non abbassa lo sguarda davanti al suo scippatore, che per la prima volta si trova di fronte ad una categoria terza di uomini, oltre ai deboli e ai prepotenti, le uniche due che conosceva.
Oppure l'ottavo, "Non dire falsa testimonianza": un uomo, tornando dall'Afganistan dopo un paio d'anni di missione di pace, continua a sostenere con un suo amico che Napoli, durante la sua assenza, è peggiorata। L'amico continuerà per tutta la sera a dire che è sempre stato così, non è cambiato nulla, fino a vedere l'altro perdere la vita, salvata nella guerra, nel disperato tentativo di difendere la propria automobile da un furto.
Al di là del paradosso, il significato dei racconti è anche morale. Ogni comandamento è collegato ad un peccato della città e dei suoi abitanti. Nell'ottavo è più evidente. Il peccato di Napoli, in questo caso, è quello di negare i problemi e far finta che si sia stati sempre così male. In altri casi, la condanna morale lascia un filo di speranza per il futuro.
Sorvolo sulle considerazioni sull'enorme numero di libri su /di /per Napoli usciti dopo Gomorra e sulle osservazioni che si potrebbero fare sulla casa editrice che lanciando l'autore ha sottolineato più volte che di professione facesse il pizzaiolo (tacendo una laurea al DAMS, diversi lavori come autore radiofonico, precedenti romanzi all'attivo e non ultimo, un padre che l'ha chiamato come uno dei protagonisti di Guerra e Pace).
Napoli in questo momento ha tutti gli occhi puntati addosso. Napoli incuriosisce tutti. E non è proprio il caso di continuare a fare delle persone delle macchiette e delle situazioni degli spunti pittoreschi। Ma Napoli è sempre stata lì e sempre lì sarà.
Anche quando riprenderanno a raccogliere i rifiuti decentemente e Roberto Saviano sarà un quieto padre di famiglia.
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